(segue) L'Asse Roma-Berlino. Il viaggio in Germania
(24-30 settembre 1937)
[Inizio scritto]
L'ingresso nella
capitale del Reich è trionfale. Due milioni di berlinesi
schierati su 15 chilometri di percorso ritmano incessantemente
l'affascinante parola: «Duce
Duce Duce».
Al Palazzo del
Führer ha luogo un pranzo ufficiale di 200 coperti in onore di
Mussolini e dei Ministri italiani; ai Brindisi di Hitler, Mussolini
così risponde:
Eccellenza!
Le cordiali parole di benvenuto
che V. E. ha voluto rivolgermi mi toccano profondamente.
Sin dal mio primo giungere sul
suolo tedesco ho sentito vibrare attorno a me lo spirito di un grande
popolo amico, della Germania in camicia bruna, della Germania di
Hitler.
Saluto nel Führer e
Cancelliere del Reich il condottiero che ha ridato al popolo tedesco
la coscienza della sua grandezza. Saluto in Lui il Ricostruttore
della Nazione cui l'Italia fascista è legata da tante affinità
di spirito e di opere.
La Rivoluzione fascista e la
Rivoluzione nazionalsocialista sono state e sono rivoluzioni
costruttive. Germania e Italia hanno fatto sorgere sulla loro terra
grandi opere di civiltà e di progresso. Altre ed altrettanto
grandi ne faranno sorgere in avvenire. Queste opere di civiltà
e di progresso ho visto e ho ammirato in questo mio soggiorno
tedesco. Ho visto e ho ammirato il fervore di vita e di ricostruzione
che anima il popolo germanico, la sua disciplina, la sua energia, la
sua fede.
La solidarietà
italo-tedesca è una solidarietà attiva e vivente: non
frutto di calcolo politico o di accorgimenti diplomatici, ma sbocco e
risultato di affinità naturali e di comuni interessi. Essa non
è né vuol essere un blocco chiuso, irto di diffidenze e
armato di sospetti verso il mondo esterno. Italia e Germania sono
pronte a collaborare con tutti gli altri popoli di buona volontà.
Esse domandano il rispetto e la comprensione dei loro bisogni, delle
loro necessità, delle loro legittime esigenze. Esse pongono
all'altrui amicizia la sola condizione che non si tenti di sovvertire
le basi stesse di questa nostra gloriosa civiltà europea.
(segue...)
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