(segue) L'Asse Roma-Berlino. Il viaggio in Germania
(24-30 settembre 1937)
[Inizio scritto]

      Le conversazioni che ho avuto in questi giorni con V. E. hanno collaudato la nostra amicizia, l'hanno immunizzata contro qualsiasi tentativo da qualunque parte esso venga per intorbidarla o inquinarla.
      Rientrerò in Italia portando nel cuore il ricordo delle vostre gagliarde truppe, delle vostre adunate di popolo, dell'opera di ricostruzione spirituale e materiale compiuta dal popolo tedesco sotto la guida del Führer, della Vostra energia, dell'accoglienza che mi avete tributato e di cui vi sono profondamente grato. Porterò soprattutto nel cuore il senso preciso e concreto della nostra amicizia.
      Alzo il bicchiere alla salute del Führer e Cancelliere Adolfo Hitler, alla prosperità e alla grandezza della Germania nazionalsocialista.


      Il giorno seguente, 28 settembre, S. E. Mussolini compie una serie di visite; all'Armeria di Berlino, a Potsdam, all'Ambasciata italiana, alla Casa del Fascio; è quindi ospite di Goring.
      Alle 18, il Duce e il Führer salgono in automobile scoperta diretti allo Stadio, riattraversano Berlino fra due ininterrotti schieramenti di popolo, immensa fiumana plaudente che sfocia come in un lago nell'enorme stadio gremito di circa mezzo milione di persone.
      È già sera. I riflettori, con un giuoco sapiente di luci, creano nel grande stadio un'atmosfera mistica da cattedrale. Il podio è alto, solenne sulla moltitudine; come una torre di comando.
      Primo a parlare è il Ministro della Propaganda, Goebbels. Egli annuncia che sono presenti, nel Campo di Maggio, nello stadio olimpionico e nelle adiacenze, un milione di cittadini; e altri due milioni sono schierati lungo il percorso. Quindi continua.

(segue...)