(segue) L'Asse Roma-Berlino. Il viaggio in Germania
(24-30 settembre 1937)
[Inizio scritto]
In Germania e in Italia nessuna
forza privata può in alcun modo influire sulla politica dello
Stato. Questa comunità d'idee italo-tedesca ha trovato la sua
espressione nella lotta contro il bolscevismo, forma aggiornata delle
più feroci tirannidi bizantine, inaudito sfruttamento della
credulità popolare, regime di servitù, di fame e di
sangue. Questa forma di degenerazione umana — che vive sulla
menzogna — è stata combattuta in Italia dopo la guerra e
con estrema energia dal Fascismo: combattuta con le parole e con le
armi. Poiché, quando le parole non bastano, e quando sorge una
grave minaccia, bisogna ricorrere alle armi.
È quello che abbiamo fatto
in Spagna, dove migliaia di fascisti italiani volontari sono caduti
per salvare la civiltà d'Occidente, che può ancora
rinascere se abbandona gli dei falsi e bugiardi di Ginevra e di
Mosca, per riaccostarsi alle verità solari della nostra
Rivoluzione.
Camerati!
Il mio discorso volge alla fine.
Noi e voi non facciamo, oltre le nostre frontiere, propaganda nel
senso banale della parola a scopi proselitistici. Noi pensiamo che la
verità ha un grande potere di penetrazione e finisce per
trionfare. L'Europa sarà domani fascista per lo sviluppo
logico degli eventi, non tanto per la nostra propaganda.
Vent'anni or sono il vostro grande
Führer lanciò il grido di riscossa che doveva diventare
il grido di battaglia del popolo tedesco: «Deutschland,
erroache!». La Germania si è risvegliata. Il Terzo Reich
è sorto.
Io non so se e quando l'Europa si
risveglierà, come fu detto al Congresso del Partito di
Norimberga, poiché forze oscure, ma bene identificate, sono
all'opera per proiettare la guerra dall'interno all'esterno.
L'importante è che i nostri due grandi popoli — i quali
formano una imponente, sempre crescente, massa di 115 milioni di
anime — siano uniti in una sola incrollabile decisione.
(segue...)
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