(segue) Atto quinto, finora
(5 marzo 1938)
[Inizio scritto]
Giunti a questo punto noi ci
azzardiamo di prospettare quella che, a prima vista, potrebbe
sembrare la più assurda delle ipotesi: Stalin, davanti alla
catastrofe globale del sistema di Lenin, è diventato
segretamente un fascista. Essendo un russo — anzi un georgiano,
cioè una specie di semibarbaro — non ricorre all'olio di
ricino per punire i capi comunisti che sono così stupidi o
criminali da crederci ancora. L'ironia sottile del sistema purgativo
egli non la può comprendere: egli fa piazza pulita coi sistemi
che nacquero nelle steppe di Gengis Khan.
In un modo o nell'altro, mettendo
l'Europa davanti alla ferocia dei suoi tribunali, mostrandoci il vero
volto ormai immutabile della Russia bolscevica, Stalin rende un
commendevole servigio al Fascismo, ammazzandone a «larghe
falde» i dichiarati, per quanto impotenti nemici.
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