(segue) Le Forze Armate della Nazione
(30 marzo 1938)
[Inizio scritto]

      La disciplina degli equipaggi è ammirevole. Non mai come salendo a bordo di una delle nostre navi da guerra si ha l'impressione della profonda trasformazione, fisica e morale, che il Regime ha operato nel nostro popolo. Tutte le volte che nei porti stranieri si mancò di rispetto all'Italia o al Fascismo, i nostri marinai non lo tollerarono.
      Fondamentale per l'efficienza della Marina è l'esistenza di numerose e munite «basi». Tutte le nostre basi del Mediterraneo centrale ed orientale sono particolarmente rafforzate. Insieme con le basi sono stati compiuti grandi lavori per i depositi di combustibile liquido, depositi costruiti secondo le più aggiornate indicazioni dell'ingegneria in materia.
      Comunico che abbiamo in casa nafta per il consumo previsto di un abbastanza lungo periodo d'operazioni. Altrettanto dicasi per il munizionamento di superficie e per i siluri.
      Sotto un altro dato della situazione desidero richiamare l'attenzione del Senato e, cioè, sull'effettuata riduzione dei servizi a terra, che, una volta, erano disimpegnati da forze della Marina e, oggi, sono disimpegnati da formazioni della Milizia. La difesa costiera, salvo in taluni settori d'importanza capitale, è affidata alle Camicie Nere, che assolvono il loro compito nel modo più commendevole.
      Così quella che una volta poteva definirsi deplorevole tendenza all'insabbiamento nei posti a terra, è ormai scomparsa, anche perché ripugna al costume delle nuove generazioni.
      Attraverso la dura lezione dei fatti e la progredita educazione politica, sta sorgendo in Italia una «coscienza» che chiamerò più che marinara «navalistica» nel senso imperiale della parola. Gli uomini del mare sono abituati al silenzio, alla pazienza, alla precisione, al rischio. L'Italia può contare sul loro coraggio, sulla loro capacità e sulla loro abnegazione.

(segue...)