Nel Natale di Roma 1938-XVI
(21 aprile 1938)


      Per la commemorazione del Natale di Roma, il 21 aprile 1938-XVI, nella Sala Regia di Palazzo Venezia, il Duce consegna i brevetti e i distintivi d'onore, da poco istituiti, ai mutilati sul lavoro, le croci al merito del lavoro, i libretti di pensione. E ad una moltitudine di giovani lavoratori raccolti in Piazza Venezia indirizza queste parole:

      Camerati!
      Negli anni dell'aspra vigilia, quando il Fascismo lottava per liberare il popolo italiano dalle utopie dissolvitrici, fu scelta come giornata per celebrare ed esaltare il lavoro il 21 aprile, annuale della fondazione di Roma.
      Sono passati ben 2691 anni dal giorno in cui fu tracciato con l'aratro il primo solco della città quadrata. I romani del Primo Impero non furono soltanto dei guerrieri invincibili, non furono soltanto dei legislatori insuperati, ma furono anche dei costruttori e dei lavoratori formidabili che dotarono i paesi da essi conquistati di strade, di ponti, di acquedotti, di terme, di basiliche e resero feconde le campagne e illustri le città.
      Le terre di tre continenti, Europa, Asia, Africa, recano ancora innumeri ed eterne le vestigia di Roma, Anche il Secondo Impero, il nostro, sarà e vuole essere l'Impero del lavoro nel segno della pace protetta dalle nostre armi.

      Rivolge quindi ai grandi invalidi del lavoro e ai «fedeli alla terra» il suo saluto di viva simpatia e, sottolineando come molte famiglie vivano nello stesso podere da seicento, settecento, e fino da novecento anni, afferma che essi rappresentano degnamente la grande e pura razza italiana.
      Dopo aver affermato che il Regime pone in primissima linea coloro che lavorano, poiché esso è autentico Regime di popolo, ricorda il contributo dei lavoratori italiani alla conquista dell'Impero e conclude dicendosi certo che il futuro sarà di questa Italia di lavoratori e di soldati.

(segue...)