Fin dal 1919 il Duce denunziò il Giudaismo
(7 novembre 1938)
In una conferenza
all'Istituto di Cultura Fascista di Milano, il 7 novembre, S. E.
Roberto Farinacci ricorda il brano di un articolo del Duce pubblicato
sul Popolo d'Italia del 4 giugno 1919: le affermazioni contenute in
questo brano dimostrano come il Duce abbia sentito sin d'allora il
pericolo ebraico e l'abbia prospettato con l'antiveggenza sua propria
quando né in Germania né altrove l'antisemitismo era
dottrina di moda.
Se Pietrogrado non cade, se
Denikin segna il passo, gli è che così vogliono i
grandi banchieri ebraici di Londra e Nuova York, legati da vincoli di
razza con gli ebrei che a Mosca come a Budapest si prendono una
rivincita contro la razza ariana che li ha condannati alla
dispersione per tanti secoli. In Russia vi è l'ottanta per
cento dei dirigenti dei soviet che sono ebrei. Il bolscevismo non
sarebbe per avventura la vendetta dell'Ebraismo contro il
Cristianesimo? L'argomento si presta alla meditazione. È
possibile che il bolscevismo affoghi nel sangue di un pogroom di
proporzioni catastrofiche. La finanza mondiale è in mano agli
ebrei.
Chi possiede le casseforti dei
popoli, dirige la loro politica. Dietro i fantocci di Parigi, sono i
Rothschild, i Warburg, gli Schifi, i Guggeihm, i quali hanno lo
stesso sangue dei dominatori di Pietrogrado e di Budapest. La razza
non tradisce la razza.
Il bolscevismo è difeso
dalla plutocrazia internazionale. Questa è la verità
sostanziale. La plutocrazia internazionale dominata e controllata
dagli ebrei, ha un interesse supremo a che tutta la vita russa
acceleri sino al parossismo il suo processo di disintegrazione
molecolare.
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