(segue) Brindisi al conte' Teleki
(18 aprile 1939)
[Inizio scritto]
Io tengo a rinnovarVi, Eccellenza,
le espressioni della incrollabile amicizia dell'Italia per il Vostro
nobile Paese, ed è nel nome di questa amicizia che io alzo il
mio bicchiere in onore di S. A. Serenissima il Reggente di Ungheria,
e alla salute di V. E. e del Vostro Governo, alla prosperità e
alla grandezza della Vostra Nazione.
Il conte Teleki
risponde in italiano:
«Eccellenza,
«Vi ringrazio
sentitamente per le cordiali parole con le quali avete voluto
onorarci.
«Forse in
nessun altro luogo, come in questa Roma eterna, io sento così
profondamente come l'incontro tra le nostre due storiche Nazioni
fosse voluto dal destino. «I sentimenti di amicizia, le cui
manifestazioni calorose ci hanno qui circondati, ci riempiono di
ferma fiducia, per la loro spontaneità e perché
scaturiscono dall'affetto profondamente sentito di una grande
Nazione. «Essi hanno, quindi, lo stesso valore imperituro della
millenaria Nazione italiana.
«Le
manifestazioni spontanee della grande Nazione verso altri popoli
costituiscono la migliore e la più sicura misura dei rapporti
che sono esistiti fra questi popoli nel passato, e sono fonte
inesauribile di forza per lo sviluppo di tali rapporti nell'avvenire.
«Gli
avvenimenti degli ultimi mesi hanno aperto la via della giustizia
alla Nazione ungherese, quella via sulla quale, sotto la Vostra
illuminata guida, Eccellenza, tutto il popolo italiano ha operato con
tenacia, energia e passione. «Sono particolarmente felice che
sia stato riservato a me di poterVi dire per la prima volta a viva
voce, qui a Roma, che, per il Vostro gesto storico, anche nel più
modesto casolare ungherese il nome d'Italia è ricordato con
gratitudine, rispetto e affetto sincero. «Alla fiducia, alla
comprensione e alla solidarietà dimostrateci noi risponderemo
in eguale modo ogni qualvolta il popolo ungherese sentirà che
è questo che la Nazione italiana si attende.
(segue...)
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