(segue) Brindisi al conte' Teleki
(18 aprile 1939)
[Inizio scritto]

      «Sappiamo bene che l'Italia auspica con ferma volontà una forte Ungheria, mentre il nostro interesse vitale è che la potenza dell'Impero italiano raggiunga rapidamente il suo apice, come ne danno il più sicuro affidamento gli eventi degli ultimi diciassette anni. «Una profonda e reciproca simpatia e comuni interessi» ci hanno uniti, e ci manterrà uniti la ferma e risoluta volontà di mantenere l'ordine e di costruire la vera pace. «Non vi è nulla che divida l'Ungheria dagli obiettivi fondamentali della politica italiana. Di tale politica si risentono i benefici effetti nel Bacino danubiano e in seguito alla realistica, moderata, preveggente e saggia azione dell'asse Roma-Berlino, inizia il suo risanamento dopo un ventennio di incertezze e di sconvolgimenti. «Fedeli alla politica dell'Asse che l'Ungheria ha spontaneamente adottato, non possiamo ammettere che alcuna Potenza cerchi di porre in falsa luce la nostra politica nazionale. Quale migliore prova può darsi della saggezza della politica di Roma, Berlino e Budapest, che il crescente sviluppo dei rapporti di reciproca stima tra Budapest e Belgrado tanto negli ambienti ungheresi, che in quelli jugoslavi?
      «Nel rinnovare i più vivi ringraziamenti per le Vostre cordiali parole alzo il mio bicchiere in onore di S. M. il Re d'Italia e d'Albania, Imperatore d'Etiopia, e della sua Augusta Famiglia e bevo alla Vostra salute, Eccellenza, augurando sempre maggiore grandezza e gloria alla Nazione italiana.»