(segue) Per la liquidazione del latifondo siciliano
(20 luglio 1939)
[Inizio scritto]
«Duce,
«A distanza di
due anni dal Vostro trionfale viaggio in terra di Sicilia, un
organico complesso di provvedimenti corona la promessa che allora
faceste. Un problema che ha pesato per secoli e secoli, con tutto il
suo retaggio di miserie fisiche e morali viene da Voi affrontato e
risolto attraverso un'opera di civiltà fra le maggiori che la
storia dei popoli di tutti i tempi e di tutti i Paesi registri.»
Parla infine il
Segretario del Partito: «Duce,
«La notizia
dell'imponente complesso di opere che Voi avete oggi annunziato e che
si aggiunge ai recenti provvedimenti a favore della provincia di
Palermo, susciterà nel forte popolo di tutta la Sicilia il più
ardente entusiasmo. «I segretari federali delle province
siciliane, qui presenti. non Vi ripetono ciò che Voi già
sapete per prova: cioè che potete contare in ogni momento
sulla incondizionata fedeltà della laboriosa gente della
Sicilia. Essi, invece, desiderano dirVi a mio mezzo, che sulla loro
opera vigile pronta ed appassionata potrete fare affidamento sicuro,
affinché il vasto quadro di provvidenze, da Voi così
chiaramente e nettamente delineate, possa avere la più rapida
e piena attuazione.
«Ed io sento di
potermi assumere per loro il calorico impegno che l'azione del
Partito sarà in questa circostanza, come sempre, decisa,
immediata e mossa da un unico obbiettivo: raggiungere nel più
breve tempo le mete da Voi indicate.»
Prima di lasciare la sala, il Duce
comunica che le prime 2000 case coloniche saranno inaugurate il 28
ottobre XVIII.
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