Finalmente nell'autunno del 1929 ci riunimmo tutti a Roma e qui comincia la seconda e ultima fase della tua vita. Qualche cosa di Milano ti era rimasta nell'anima e spesso ti pungeva la nostalgia della primissima infanzia, e ti balenavano i ricordi, un poco sfumati nel tempo.
A Roma, la tua adolescenza fiorì nella tua rigogliosa giovinezza. Scuola e sport furono i poli della tua vita. Non è senza emozione che io ho ripassato i rapporti settimanali dei presidi del Liceo-Ginnasio Tasso, professori Grossi e Amante. Seguivo così il corso dei tuoi studi, sul quale non ho mai influito. Non ti ho mai suggerito o insegnato nulla. Senza essere il primo della classe, eri fra i migliori. Come tutti i giovani avevi anche tu le tue antipatie per alcune materie e le più facili relativamente come l'inglese, ma bastava un richiamo del professore perché il tuo sempre vigile senso di responsabilità — talvolta superiore alla tua stessa età — ti rimettesse al lavoro.
Risalgono a quegli anni i tuoi primi racconti, naturalmente gialli anzi giallissimi, che la Penna dei Ragazzi, fondata da tuo fratello Vittorio, ospitava con lo pseudonimo di «Beudo». Le tue letture erano l'indice delle tue inclinazioni: Salgari al primo posto e poi novellieri, romanzieri non soltanto italiani e gran copia di giornali illustrati soprattutto sportivi. Passione per il cinema. Quasi tutte le sere si andava al «Palazzetto Medievale» per vedere i film, molti dei quali venivano recensiti o criticati nella Penna dei Ragazzi la quale non era più il piccolo foglietto roneizzato dei primi anni, ma veniva stampata in una regolare tipografia e prendeva come titolo gli anni del Regime. Così si chiamò successivamente anno XI - XII - XIII sino alla guerra etiopica.
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