Benito Mussolini
Parlo con Bruno


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     «Poi, a Ghedi, un anno fa aveva composto un breve brano musicale che noi tutti suoi amici abbiamo nelle orecchie. E un tenente, noto pianista, doveva buttarlo giù in musica. In A. O. aveva una cornetta e la suonava discretamente, tanto che alcuni ascari rimasero confusi perché Bruno suonava degli ordini militari che non erano adatti al momento. A Grottaglie comprò una chitarra. Seduto sul letto pizzicava le corde. Ma non riusciva a cavarne niente. E se per caso imbroccava una melodia ci chiamava tutti a sentirla. E magari non se la ricordava più».
     Intanto — nel trascorrere movimentato e tuttavia uniforme delle tue giornate — un grande desiderio spuntava nel tuo animo: volare! Oramai tu praticavi tutti gli sport della terra e del mare. A dieci anni andavi in motocicletta; a 13 partecipasti al 1° Circuito di Littoria e ti classificasti terzo con una velocità di oltre 130 km.; le nevi del Sestriere ti avevano veduto sciare a grande andatura; avevi giocato a tennis anche in tornei; motonautica, nuoto, palla a volo, palla canestro, calcio, equitazione, golf, scherma, pugilato. Solo l'alpinismo non ti aveva ancora tentato. Tuttavia eri con me quando scoprimmo nel 1932 il Terminillo Montagna di Roma. «Il tuo fisico — dice di te Vittorio — ti permetteva sforzi continuati e durissimi senza risentirne. Potevi passare da uno sport all'altro con facilità e impararne uno nuovo in pochi giorni».
     Sul lago di Varese, appena settenne, avesti il battesimo dell'aria. Io penso che da quel giorno la tua vocazione fu irresistibile e il tuo destino segnato. Ti rimase di quel volo una impressione incancellabile. Lo ricordavi sempre con emozione. Era una grande novità sopraggiunta nella tua vita. La tua infanzia aveva già affrontato un rischio. Avevi sentito la bellezza del volo. Da quel giorno ti sentisti diverso dagli altri, poiché avevi solcato le vie inconsuete al resto degli uomini.