Benito Mussolini
Parlo con Bruno


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     «Circa nel 1932 partecipammo ad un altro campeggio in Val di Solda con gli Avanguardisti e per dieci giorni facemmo escursioni e gite. Furono dieci giorni di pioggia e dormimmo sotto la tenda e sulla paglia di una stalla. Dopo questo campeggio non partecipammo ad altre manifestazioni simili.

     «Nel 1933, se non erro, andammo in Eritrea col Francesco Crispi. Con noi era Vito e Francesco Vitalini. Bruno conobbe così ancor meglio l'Africa e ne subiva il fascino. Era contento di fare quella vita avventurosa che per forza di cose si era costretti a fare. Facemmo un lungo viaggio per quasi tutta l'Eritrea che le grandi piogge erano appena finite. Ricordo che al palazzo del Governatore incontrai per la prima volta Beonio Brocchieri che era arrivato fino all'Asinara con un «Caproncino». Mi pare di ricordare che fu lì che per la prima volta pensai di prendere il brevetto di pilota civile e andarmene a spasso per il mondo.
     «Bruno non aveva ancora quindici anni, fece ore e ore di automobile e giorni di mulo, con nessuna scorta e si divertì molto cacciando. Io dopo alcuni giorni di carovana venni colpito dalla febbre alta e dovetti stare a Barentù a letto parecchi giorni.
     «Bruno avrebbe voluto avere più emozioni, incontrare leoni, cacciare ippopotami, uccidere coccodrilli e serpenti, ma chi soprassedeva al viaggio lo tenne prudentemente alla larga, e salvo un leopardo non fu ucciso niente di feroce.
     «Prendemmo molto «chinino» per la malaria e lo sopportammo benissimo. Francesco Vitalini appena in Italia gli saltò fuori la malaria. (Dal che si vede che fin dall'infanzia Bruno fu sempre messo in mezzo ai pericoli).