«Credo che quello che mi ha maggiormente colpita in quella tragica mattina è stata la devozione dimostrata dai suoi compagni verso il loro Comandante che adoravano. Assolutamente il loro primo pensiero quando hanno potuto capire che erano salvi è stato di chiedere di lui.
«Il tenente Musti ferito alla testa era in uno stato impressionante. Io l'ho trovato in una casetta vicina che assistito dal dott. Falconcini e dalla signora Beatrice Guerrazzi continuava a dire: «Non pensate a me, lasciatemi stare, pensate a Bruno. Se Bruno muore voglio morire anch'io». Così il suo aviere motorista disperato non fa che parlare di lui e così tutti gli altri».
Avevi sfidato la morte durante tre guerre, l'avevi affrontata durante 835 ore di volo: sui monti, sui mari, sui deserti, sugli oceani; di notte, di giorno, con ogni tempo. Tu non pensavi di morire così. Sono sicuro che avresti preferito la morte in combattimento. Ma il destino è stato crudele con te come con molti altri grandi piloti transatlantici. La materia con le sue improvvise insufficienze si vendica dello spirito. Tu hai condotto l'apparecchio in modo tale che cinque su otto uomini dell'equipaggio si sono salvati. Non c'è stato incendio perché avevi tolto i contatti. Eri dunque pienamente cosciente sino all'urto contro l'angolo della casa, dopo di che non c'era più nulla da fare. Se tu avessi perduto il tuo sangue freddo la catastrofe poteva essere totale. Tu non pensavi che un quadrimotore ti sarebbe così mancato. Era il solo apparecchio sul campo. Avevi già volato sei volte. Eri padrone della macchina. Come sia accaduto che non uno dei quattro motori abbia ripreso, rimarrà un mistero, perché tu solo — sopravvivendo — avresti potuto raccontare. Non è la morte che tu preferivi, ma nella tua fiera anima di soldato l'avresti considerata preferibile sempre alla morte per malattia. Dovrei convincermi che è stato un perfido agguato del destino, ma di quando in quando una voce segreta mi affaccia la angosciante alternativa: agguato o predilezione del destino?
Un giorno fu domandato a Cesare quale morte fosse da lui preferita.
L'inaspettata — rispose.
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