«Sospendo la trasmissione perché la radio di bordo ci serve a cose più importanti. Arrivederci a domattina.
Bruno Mussolini».
Al Bourget giungesti terzo. Vibranti e simpatiche accoglienze da parte di autorità e folla.
Ci furono a Parigi i soliti inevitabili giorni di festa e di cerimonie, coi discorsi, gli autografi, le fotografie.
Il Popolo d'Italia del 22 agosto pubblicava le tue impressioni di volo datate da Parigi:
«Parigi, 21 agosto.
«Scrivo queste righe di descrizione del mio viaggio dopo poche ore dall'arrivo all'aeroporto di Le Bourget. Veramente mi ero ripromesso di prendere degli appunti durante il volo e di scrivere via via che succedeva qualche cosa di notevole. Ma nella prima parte del volo assolutamente nulla di speciale si era verificato. Avevamo sorvolato l'Italia ad una quota abbastanza alta, corrispondente del resto al miglior rendimento dei nostri motori. Da oltre 4000 metri potevamo scorgere benissimo, nella notte chiara e senza nubi, i riflettori dei nostri campi di aviazione, che erano stati tenuti accesi per agevolarci sulla rotta e per avere dei punti di riferimento sicuri e facilmente identificabili. Le condizioni sul Mediterraneo erano buone e si navigava a circa 420 chilometri all'ora. I nostri motori cantavano magnificamente e la temperatura fresca e un leggero vento favorevole contribuivano ad aumentare la nostra velocità.
«Dal mio apparecchio, che come sapete è quello del comandante, ero in continuo collegamento con gli altri componenti della nostra squadra, e così potevamo sapere sempre come andavano le cose.
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