«Tanto bello era stato il tempo nell'andata e tanto contrario esso si manifestava nel ritorno. Burrasche di vento e dense cortine di nubi rendevano difficile la navigazione. Avevamo notevolmente ridotto la nostra velocità per il forte vento contrario ed anche perché era inutile forzare i nostri motori, dato che gli avversari erano lontani.
«Quando ormai avevamo attraversato l'Adriatico e ci dirigevamo verso le Alpi, ci accorgemmo che le nostre eliche non davano il rendimento voluto e decidemmo, per causa di forza maggiore, di scendere. Eravamo in pista di Cameri dove toccavamo terra alle 14,25. Ripartivamo rapidamente dopo avere riparato la leggera avaria e puntavamo verso Parigi dove arrivavamo senza altre noie.
«Nel complesso sono entusiasta della nostra corsa e della prova dei miei valorosi compagni che mi hanno preceduto. Se il tempo non ci fosse stato ostile, avremmo raggiunto Parigi in gruppo serrato, come era nelle nostre intenzioni. Ma così in lotta contro le condizioni avverse di clima, la gara e la prova degli uomini e dei materiali acquistano maggior valore. E, del resto, la folla francese che gremiva Le Bourget, e che mi ha fatto una accoglienza toccante e simpaticissima, si sarà convinta della nostra superiorità ed avrà potuto constatare con i suoi stessi occhi la preparazione dei piloti e l'eccellenza del nostro materiale di serie.
«Perché, come già dissi giorni or sono ad Istres, i nostri apparecchi non sono stati costruiti espressamente per questa gara. Ma essi sono stati prescelti dalle file della nostra aviazione militare e sono stati oggetto soltanto di una accurata revisione e di una minuziosa messa a punto.
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