Benito Mussolini
Parlo con Bruno


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     Il Segretario della R.U.N.A. Eugenio Gandolfi

     Nella sua quotidiana, esatta, intelligente attività di volo, Bruno aveva pilotato tutti gli apparecchi da bombardamento, ricognizione, caccia. Dall'oramai popolarissimo e ricordatissimo «Caproncino» col quale aveva conseguito il brevetto era passato immediatamente all'S 81 e successivamente ai vecchi lenti ricognitori Ro 37, Ro 41.
     Dei C.R. (Caccia Rosatelli) aveva volato sul C.R. 30 bis, il C.R. 32 — il caccia che fece meraviglie nella guerra spagnola — il C.R. 42, nuova edizione molto migliorata del precedente.
     Dei bombardieri aveva per lunghi mesi pilotato in pace e in guerra l'S. 79 e il possente Cant Zeta 1007 bis. Finalmente il P. 108, pilotato sei volte, prima di quella fatale.
     Eri oramai allenato per i grandi voli. Ti sorrideva di diventare «atlantico». Forse era stato uno dei sogni della tua giovinezza!
     Volare da un continente all'altro sugli spazi immensi dell'oceano. Un primo comunicato in data 19 gennaio 1938 dava l'annuncio del volo imminente con queste parole:
     «Un nuovo grande volo dall'Italia al Sud America sta per essere effettuato da tre apparecchi pilotati rispettivamente dal colonnello Biseo, dal maggiore Moscatelli e dal tenente Bruno Mussolini.
     «Gli apparecchi prescelti sono della serie S. 79 e tra essi è quello che si classificò primo nella corsa Istres-Damasco dove l'Ala italiana conquistò un assoluto primato.
     «Il percorso sarà Dakar-Natal-Rio e tale itinerario comporta la traversata in formazione del Sahara e dell'Atlantico.