«— C'è una particolare ragione che ha suggerito la scelta di questo percorso?
«— La ragione principale è evidente: la nostra rotta è la più breve da Roma all'America del Sud. Per di più è anche la più logica per aeroplani terrestri. La difficoltà del sorvolo della catena montuosa che dovremo affrontare, a poche ore dal decollo e quindi con gli apparecchi ancora molto carichi — difficoltà che sino a qualche tempo fa sembrava insormontabile e che, a giudicare dalle insinuazioni di alcuni giornali francesi in occasione del recente primato di Tesei con l'S. 74, è addirittura un «prodigio» per quei signori — per i nostri S. 79 che pur partiranno carichi di oltre 80 chilogrammi per metro quadrato in più dell'S. 74 del primato di Tesei, non costituirà un ostacolo troppo grave.
«— Il decollo con aeroplani talmente caricati non rappresenterà uno sforzo enorme ed anche un grave rischio?
«— È tutta questione di preparazione e di allenamento. Sarebbe infatti inesatto dire che un decollo come quello che noi compiremo, con a bordo carburante per 6000 chilometri, sia alla portata di tutti. Ma i «Sorci Verdi» sono allenati per questo e anche per più di questo. È probabile infatti che, se non proprio nel corso di questo volo, in un altro non lontano, si potrà dimostrare che con lo stesso S. 79 si può decollare riforniti per tappe molto più lunghe.
«— Sono state apportate modificazioni dopo la Istres-Damasco agli apparecchi che voi userete?
«— Gli apparecchi sono sempre gli stessi. Erano infatti ancora nuovissimi e non avevano bisogno di alcuna modificazione. Un miglioramento soltanto è stato portato in un particolare: i circuiti elettrici di controllo delle eliche a passo variabile in volo di tipo francese non erano perfetti e sono stati sostituiti con materiale italiano che dà più affidamento per perfezione e genialità costruttiva.
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