«Voi sapete il resto; come finì il progetto della Nuova York-Parigi e come i «Sorci Verdi» vinsero la Istres-Damasco... Dopo questo nuovo volo il significato della nostra insegna risulterà ancor più evidente...».
«Mentre stiamo parlando, viene un giovanissimo ufficiale e si mette sull'attenti davanti al tenente Mussolini. È un suo amico di infanzia, anch'egli legato alla passione aeronautica. Ha seguito Bruno Mussolini come camerata in guerra e lo seguirà ora come gregario nella trasvolata atlantica. È sull'attenti perché viene ad avvertire non l'amico, ma il comandante di squadriglia che è pronto un certo rapporto. Il tenente Mussolini da qualche mese è infatti comandante effettivo di una squadriglia del 12° Stormo: la duecentocinquesima. Non è senza fierezza che ce lo comunica egli stesso: — È una carica — dice — che dà molto lavoro e che comporta una grande responsabilità. — Con questa frase il giovane figlio del Capo ci ha congedato».
Un altro giornalista così parlava di te: «Per darci un'idea della rotta il colonnello Biseo ci guida nel luminoso e tranquillo ufficio ove l'impresa è stata preparata. Vi troviamo il tenente Bruno Mussolini che col capitano Moscatelli ed altri ufficiali è intento ad esaminare carte ed apparecchi di precisione. Il secondogenito del Duce piloterà com'è noto uno dei tre S. 79 che prenderanno parte a questa ardimentosa crociera.
«È così giovane, ma ha già un attivo di centinaia di ore di volo e una esperienza che si è andata formando attraverso imprese non facili e in numerose azioni di guerra. Egli possiede oramai l'abilità e la sicurezza dei vecchi piloti e l'audacia dei giovanissimi. Biseo, che ripone in lui ogni fiducia, gli ha di recente affidato un comando di squadriglia. Ciò che più sorprende in Bruno è la sua maniera di nascondere sotto un velo di serietà taciturna quell'entusiasmo frenetico, quel senso della bella avventura e quel prepotente spirito agonistico che poi si rivelano così improvvisamente e così vivacemente nelle imprese di cui s'ingemma la sua carriera di aviatore». (Corriere della Sera).
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