«L'apparecchio che utilizziamo è già un veterano delle glorie aviatorie e di esso nessun segreto ci è più ignoto. Le sue eccezionali qualità di volo mi danno completa sicurezza. Fra gli esperimenti compiuti ricorderò qui uno dei più notevoli: la perfetta tenuta della linea di volo con un peso totale di 10.000 chilogrammi con due soli motori in moto e la possibilità di tener l'aria, diminuito il peso del carburante a mezzo di uno speciale comando di scarico, anche con un motore soltanto.
«Mi è stato prezioso collaboratore nel periodo della preparazione il tenente Mancinelli, che è mio secondo pilota a bordo dell'«I. Brun». È un ottimo compagno giovanissimo anch'egli ed è entusiasta quanto me di compiere questo volo. Sarà con noi anche il tenente Vitalini a cui sono legato dal più cordiale cameratismo. Abbiamo conseguito il primo brevetto di pilota assieme ed abbiamo combattuto vicini in Africa.
«Abbiamo scelto assieme, secondo il desiderio dello stesso comandante Biseo, gli specializzati che divideranno con noi la fatica e la gioia dell'impresa. Essi sono: il maresciallo Arata, montatore espertissimo ed appassionato all'aviazione tanto da aver conseguito or non è molto il brevetto civile di pilota per suo conto, il maresciallo Trezzini, motorista il quale è già stato nel mio gruppo in Africa Orientale e quindi ho già avuto modo di apprezzare in voli particolarmente difficili e il maresciallo Boveri, radiotelegrafista, già «atlantico» per aver partecipato alla Crociera del Decennale con le stesse mansioni. La nostra partenza è oramai imminente. A questo punto il pilota non ha che da dedicarsi interamente all'azione. La parte più gravosa dell'impresa è già superata».
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