Messaggi di volo
Voglio riportare i messaggi da te e dai tuoi camerati inviati durante il volo. Essi sono eloquenti, nella loro soldatesca laconicità:
«I. BISE - Ore 12 (24-1-XVI). — Abbiamo lasciato alle nostre spalle Ksabi e Ber Adrar, ultimi aeroporti del deserto e puntiamo sulla costa. Le nostre radio funzionano ottimamente permettendoci di rimanere in contatto continuo con Guidonia. Il vento si è fatto impetuosissimo. - Biseo».
«I. BRUN - ore 14 (24-1-XVI). — Voliamo in pieno deserto. La visibilità si è fatta sempre più scarsa, ma la nostra rotta procede sicura. Ci sono riusciti utilissimi gli strumenti di rilevamento astronomico che abbiamo portato con noi. I motori funzionano in maniera perfetta. Teniamo una velocità altissima nonostante il forte vento di fianco e in alcuni punti nettamente contrario. Insomma siamo contenti del modo in cui il volo ha proceduto sinora. Abbiamo fatto colazione, e non senza appetito, in vista delle vette grandiose del Grande Atlante. Se tutto continua così fra circa tre ore saremo a Dakar. - Bruno Mussolini».
«I. MONI - ore 15,30 (24-1-XVI). — In questo momento cominciamo a scorgere l'Atlantico. In seguito alla deviazione che abbiamo fatto sul Nord abbiamo sul fianco il vento che prima ci era nettamente contrario. Gli apparecchi si comportano mirabilmente come sempre. Teniamo una velocità elevatissima e ciò contribuisce a mantenere il buon umore nel nostro equipaggio. - Moscatelli».
«I. BISE - ore 17,45 (24-1-XVI). — Fra trenta minuti atterreremo a Dakar. Siamo in vista della costa all'altezza di Saint Louis. La visibilità è ritornata pressoché normale, ma l'orizzonte è ancora offuscato dalle sabbie in sospensione che raggiungono quote elevatissime e in alcuni punti superano i 5000 metri. Sotto il sole equatoriale questo pulviscolo, illuminato da bagliori rossastri, riflette le sagome dei nostri apparecchi che mantengono la formazione assunta alla partenza. L' I. BRUN è alla mia destra. L' I. MONI alla mia sinistra. In complesso il volo è stato buono. Malgrado il vento fortissimo, l'orizzonte era chiarissimo sul Mediterraneo, che abbiamo lasciato dopo meno di un'ora e cinquanta di volo. Abbiamo affrontato le pendici estreme della catena dell'Atlante sulla direttrice di Bona, alla quota di 4000 metri, iniziando la trasvolata del Sahara. Qui la visibilità ha cominciato ad attenuarsi a causa delle sabbie sospese nell'atmosfera, la quale è diventata sempre più opaca. Ciò ci ha indotto a poggiare la nostra rotta sul Nord parallelamente alla catena dell'Atlante. Il nostro allenamento e la perfetta strumentazione degli apparecchi ci hanno permesso di affrontare senza alcuna difficoltà queste condizioni meteorologiche che del resto sono abbastanza frequenti sul deserto in questa stagione. Il collegamento con i miei apparecchi è stato continuo e regolarissimo. - Biseo».
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