«Il distintivo di «atlantico» che il mio comandante mi ha consegnato a nome dell'Aeronautica, e ancor più l'abbraccio che egli mi ha dato quando siamo usciti dalla fusoliera sul campo, di Rio, sono stati per me il premio più ambito.
Bruno Mussolini».
L'entusiasmo in Italia, in Europa, nelle Americhe, specie in quella latina, fu immenso. Il volo era stato bello! Veramente un volo storico. Il mio telegramma così diceva: «Colonnello Biseo. Rio de Janeiro. - Popolo italiano saluta con grande entusiasmo fulmineo volo «Sorci Verdi». Avete, attraverso il Mediterraneo, il Sahara, l'Atlantico raggiunta la meta e mostrato ancora una volta al mondo la potenza dell'ala fascista. Giunga a voi tutti il mio più alto plauso e il mio cameratesco A Noi». Voglio trascrivere ancora tre messaggi; quello del Re Imperatore che diceva: «Cav. Benito Mussolini - Pregola far giungere le espressioni del mio vivo compiacimento ai valorosi trasvolatori per la magnifica impresa compiuta con ardimento e con fede».
Gabriele d'Annunzio così mi telegrafava: «Quando volli rappresentare il tuo mito non pensavo che con tanta prestanza tu avresti superato i lineamenti in me costretti dalla lentezza della storicità. Per virtù del tuo ardire e della tua costanza oggi si aboliscono le denominazioni suggerite ai popoli inerti ed ai geografi incerti da tanti accomodamenti arbitrari. Da oggi la tua Italia fa una realtà viva e attiva di quel che fu un giorno un presagio lirico, un augurio trasmisurato. La tua Italia fa di tutti gli oceani un oceano solo, innalzato da un unico nome, «Oceano eroico». Non ha confini se non quelli dell'intero mondo in quelli della potenza italiana e della volontà italiana. Mio caro compagno, lasciami chieder al tuo genio che il nome sia consacrato e iscritto a prua di tutti i velivoli semplicemente sotto il numero distintivo. Così nell'oceano eroico si allarga la mistica rapidità avvenire e si determina il vero confine di una nazione esemplare.
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