«Sviluppa nella tua fonte fertile questi semi non mortali. Tu sai da tempo quale incrollabile certezza sia nel mio cuore. In essa ti abbraccio, tuo Gabriele d'Annunzio».
Il Maresciallo dell'Aria Italo Balbo, che aveva già due volte valicato l'oceano: «Non so se mi è permesso di esprimere al padre di Bruno giovanissimo e vittorioso «atlantico» il mio animo esultante per la magnifica impresa compiuta, ma come Maresciallo dell'Aria sento di poter dire al mio Capo e Ministro tutto il mio entusiasmo per la velocissima stupenda affermazione mondiale che dimostra ancora una volta la continua ascesa tecnica ed umana dell'ala fascista lanciata dal DUCE alla conquista di tutti i cieli. Devotamente».
Molti altri telegrammi di personalità italiane e straniere furono pubblicati e i giornali di tutto il mondo dedicarono colonne e pagine al volo stupendo. Ma accanto ai grandi sono sicuro che non ti è discaro che io tragga qualcuno dall'anonimo, qualcuno dalla folla che il volo esaltò. Frugando tra le buste che tu, ragazzo ordinato, avevi ordinatamente conservato:
«Passano i giorni, le settimane e i mesi, passeranno gli anni, ma nel cuore di noi Italiani e di tutti i Brasiliani permarrà sempre il ricordo del tuo audace volo». Così scriveva Cattaneo, direttore di uno stabilimento fotografico a S. Paulo del Brasile, e concludeva: «In bocca al lupo, o grande Bruno. All'indispensabile audacia unisca nell'arte del volo una sia pur piccola parte di prudenza». Un poeta, Arcangelo Monti di Napoli, ti mandava una poesia che ha un certo vigore e respiro:
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