Pagina 52 di 106 |
Non credo che tu abbia letto i poemi di circostanza che ti furono mandati e nemmeno hai posto particolare attenzione alle ragazze salernitane il cui sogno «è sempre stato quello di conoscere da vicino il più giovane e ardito capitano dell'aeronautica». Hai mandato la radio che la maestra Adele Rinaldi ti chiedeva per la sua scuola di Langhirano in quel di Parma? E la fotografia agli alunni della scuola rurale di Marciano in Comune di Montefino (Teramo)? Avrai trovato certamente eccessiva quella signora di Napoli che «avrebbe voluto possedere un regno per offrirtelo», ma confessa che è soltanto «nella sua fantasia» e si limita a mandarti la tua effigie «ingrandita in bianco e nero». Un piccolo scolaro di Bari ti ammira e ti scrive: «Sei ancora tanto giovane e già tanto coraggioso. Come mai non hai paura di volare così lontano e sopra l'oceano immenso?». Ma io credo che fra le tantissime tu hai certamente letto quella di Giuseppina Bianchi, la tua maestra alle scuole elementari di Milano che cominciava: «Illustre, grande mio scolaro. Perdoni se mi permetto chiamarla così, ma il mio cuore non sa trovare altro vocativo... Forse non ricorda più la maestra che ebbe l'onore grande di esserle vicina per tre anni. Ho qui, ricordo prezioso, le fotografie del primo volo di Varese nel marzo del 1937. Ed ora! Ella grande aviatore! Oh, se potessi volare anch'io... E se osassi chiederle una fotografia con una sua parola, mi perdonerebbe? Oso tanto perché conosco la di lei bontà, sempre generosa nel far contenti gli altri! Per salute dovetti lasciar la scuola di Milano. Ed ora son qua in collina presso Piacenza (Lugognano d'Arda). Son sola e nel forzato riposo mi è sollievo pensare agli anni belli passati con lei. Era giovinetto, ma di animo grande, benefico, veramente buono ed amava tanto la sua maestra!». |