Benito Mussolini
Parlo con Bruno


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     «Quest'isola deve il suo nome ad una salina naturale esistente nell'interno di un vulcano spento, ed è sfruttata da una società francese, che vi mantiene alcuni bianchi e qualche centinaio di indigeni, riforniti una volta ogni due mesi da un piroscafo. Nell'isola, al di fuori dello stretto indispensabile per assicurare la vita di questa gente, non c'è nulla. Neppure acqua potabile, almeno per noi, neppure un albero, se si esclude qualche palmizio stento. In compenso il clima è buono; forse eccessivamente caldo, ma senza perniciosa umidità ed è battuta quasi sempre da un vento che non ha nulla di sgradevole. La parte pianeggiante dell'isola si prestava ottimamente a stabilirvi un aeroporto e questo fu il motivo principale che ci decise. Qualunque lavoro al suo inizio non è agevole a compiersi; ma diventa penoso quando tutto fa difetto: all'Isola del Sale mancavano persino le possibilità di approdo, mancavano i mezzi di trasbordo, in una parola, mancava tutto! Così, dovemmo cominciare a varare dalla nave stessa che trasportava i primi uomini ed il primo materiale per la base, le maone! Ma volevamo fare dell'Isola del Sale la nostra base e l'abbiamo fatta. Dapprima costruimmo semplici baracchette, per ricoverare gli uomini, poi portammo tutto il necessario per un buon inizio: centrale elettrica, carri officina, baracche grandi, macchine, utensili, suppellettili, viveri, acqua, stazioni radio, aviorimesse... un mondo addirittura. Ora la base c'è. Un campo perfettamente livellato di 2000 metri per 1800, senza una buca, senza un sasso. Ce n'è voluto a spianarlo! E poi un piccolo villaggio, fatto di baracche che hanno di baracca solo il pittoresco nome, ma sono vere e proprie casette dotate di tutti i conforti; due grandi aviorimesse ospiteranno i quattro apparecchi del tratto atlantico e quelli che verranno. Inoltre esiste una perfetta officina, in grado di eseguire qualsiasi riparazione e revisione, una perfetta centrale elettrica e due stazioni radio per l'assistenza ai velivoli sia per la parte meteorologica che per la parte radiogoniometrica. In complesso, potranno vivere ed operare alla base ben cinquanta uomini, ai quali tutto sarà prodigato per rendere confortevole il loro soggiorno. Veramente preziosa è stata in questa dura impresa l'opera del comandante Moretti, dell'ing. Biseo e quella del comandante superiore Castellani.