«— Una questione che si sente spesso sollevare a proposito di linee aeree transatlantiche è quella della scelta degli apparecchi. Voi avete scelto apparecchi terrestri e trimotori...
«Bruno Mussolini sorride. Certamente questa che ho posto è una vexata quaestio!
«— È una faccenda — mi risponde infatti — che fu già dibattuta proprio sulle Vie dell'Aria. Ad ogni modo, io penso che la formula tipicamente italiana del trimotore è quella che assicura con certezza la permanenza in volo con un motore fermo anche per lunghissimi percorsi. Sicurezza di restare in aria innanzi tutto! Anche se caricati come lo sono gli apparecchi che debbono d'un sol tratto scavalcare 3000 chilometri e con un carico pagante a bordo. Questo per i tre motori. Per il fatto dei terrestri poi, non credo di fare una scoperta affermando che, sull'oceano, la sicurezza che offre un idro non grandissimo in servizio regolare di linea, che deve affrontare la traversata anche con mare cattivo, non è superiore a quella offerta da un terrestre. I nostri apparecchi possono galleggiare a lungo, quanto lo potrebbe un idro del medesimo tonnellaggio. Perciò io credo che, sino a quando la linea non richiederà per il suo sfruttamento e per il trasporto dei passeggeri apparecchi di maggior mole e di peso superiore alle 50 tonnellate, ragioni aerodinamiche indiscutibili faranno sempre preferire un terrestre, con il quale si cammina di più e si consuma di meno.
«— Immaginiamo che il servizio meteorologico e di assistenza abbia richiesto particolari cure...
|