— So che vai in Africa Orientale — disse poi — so che fai rotta interna. Cufra è un bel campo, vedrai.
— Sì — rispose Bruno — domani atterro a Cufra e mi fermo tutto il pomeriggio, ed il mattino dopo proseguo per Tessenei.
— Bravissimo — rispose entusiasta il Maresciallo, — anch'io ho fatto quella rotta; vedrai com'è soddisfacente! Pensa che da Cufra al Nilo è tutto deserto senza nessun punto di riferimento ed è difficile calcolare la deriva! Sono 1500 km. circa di sabbia infuocata; dal Nilo a Tessenei il volo è normale.
— Quanto tempo ti fermerai? Ripassi per Tripoli o per Bengasi?
— Per Tripoli — rispose Bruno; — ho intenzione di rifare la stessa rotta.
— Ma è pericoloso; anch'io volevo farla, ma, sai, è molto difficile trovare Cufra da Asmara. Se hai noie alla radio ti troverai in difficoltà; va bene che il tuo aeroplano è migliore di quello che ho adoperato io. Però — soggiunse il Maresciallo — saresti il primo pilota a rifare la rotta Asmara-Cufra; gli inglesi di Wadi Alfa non si sono mai voluti assumere responsabilità sull'efficacia della loro assistenza radio; perciò non avrai neppure l'assistenza radio.
— Caro Bruno, — continuò serio il Maresciallo — io ti dico che da tanto penso alla strada per l'Impero via Cufra. Dell'Egitto, o meglio degli inglesi, non c'è da fidarsi. Se al ritorno mi prospetti l'opportunità di fare di Cufra una base aerea della L.A.T.I. per trasporto civile passeggeri e merci, io ti attrezzo l'aeroporto di Cufra come un aeroporto metropolitano. Lo farò diventare come Gadames. Io ci penso sempre a Cufra!
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