Bruno che prima, per brevi tratti, aveva lascialo il posto di pilotaggio, per carteggiare e fare altri calcoletti sui consumi del carburante, da questo momento non si mosse più e mi fece vedere i monti a lui noti, conosciuti durante la campagna d'Etiopia. Montagne cuneiformi, altopiani, fiumi, piste; poi Kassala ed ecco Tessenei con il suo immenso terreno di atterraggio. Riducemmo la quota di navigazione, e fatto un ampio giro di campo, con grandi sballottamenti dovuti all'atmosfera agitata, atterrammo.
Erano a ricevere Bruno il Governatore dell'Eritrea Eccellenza Daodiace ed altri ufficiali.
Salutati i presenti ci recammo alla villa dell'Eco. Gasperini ove prendemmo alloggio.
Bruno non voleva perdere tempo. Dopo una modesta colazione consumata sul posto, ci invitò a seguirlo nella concessione Gasperini; l'aveva visitata tre anni prima.
Armati di fucili da caccia, partimmo; dopo circa un'ora di macchina, su quelle strade polverose, eccoci alla concessione. Una piantagione verde, riposante, in mezzo a tutto quell'arido ci confortava. Grandi lavori in corso; grande attività di operai. Girammo per più di due ore fra altissime piante di cotone e Bruno non si stancava mai di fare domande sulla produzione attuale e quella futura, dopo ultimati i lavori per la costruzione del lungo canale di irrigazione, della nuova zona allora in preparazione.
All'imbrunire andammo alla posta del Facocero. Dopo avermi, con una lunga chiacchierata, messo al corrente delle abitudini di queste bestie africane a me sconosciute, ci dividemmo per i posti a ciascuno di noi assegnati.
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