Benito Mussolini
Parlo con Bruno


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     L'elefante si era fermato a circa 15 metri da noi; ogni tanto sollevava la pesantissima proboscide, come un cane può muovere la coda; e sollevava i padiglioni delle orecchie.
     Io volevo mettere in pratica le raccomandazioni fattemi la sera precedente, cioè andare sotto vento, e dicevo a Bruno di spostarsi. Macché! Nessuno si muoveva. Ad un certo punto Bruno fece cenno di fare attenzione che lui sparava, quindi essere pronti ad intervenire nell'eventualità che il colpo non fosse stato mortale. Si mise bene in posizione e dopo breve mira parte la fucilata. L'elefante, colpito alla tempia sinistra, si abbatte al suolo.
     Attorno alle bestia si radunarono fuggiaschi e negri, il colpo, veramente bello, all'elefante, soddisfece ogni desiderio di caccia; di conseguenza Bruno dispose per il ritorno all'Asmara. Infatti cosa poteva rappresentare lo sparare ad un facocero o ad una gazzella dopo una così emozionante battuta agli elefanti? Bruno non aveva più voglia nemmeno di vedere il fucile.
     La sera stessa partimmo per Tessenei ed in fretta preparammo le nostre valigie.
     Il mattino dopo riprendemmo a maneggiare carte di navigazione, bussole e comandi dell'aeroplano.
     Il volo da Tessenei ad Asmara è stato breve; appena un'ora. Ad Asmara il Governatore ci ospitò nella sua residenza; messici un po' in ordine, Bruno volle fare un giro per la città, prima di colazione.
     Accompagnato dal Governatore e munito della sua vecchia macchina fotografica (Leica), della quale spesse volte decantava le ottime caratteristiche, si diresse verso la periferia ove poté ammirare le nuove opere sorte durante la sua assenza. Le bellissime strade, i fabbricati, il mercato, il rione indigeno, la nuova residenza del Viceré, i nuovi e moderni alberghi, i cinematografi, tutto, insomma, attentamente osservava ed ogni tanto quasi indifferentemente fotografava. I cinematografi poi li visitò tutti, anche internamente.