Benito Mussolini
Parlo con Bruno


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     Dopo colazione volle girare per la città a piedi, divertendosi ad ammirare i negozi ed i progressi di quelle botteghe che gli ricordavano luoghi della campagna etiopica. Così fino al tardo pomeriggio è stato un continuo gironzolare.
     La sera, dopo pranzo, volle assistere ad una rappresentazione di una compagnia di riviste. Riconosciuto dal pubblico, gli fu improvvisata una calorosa dimostrazione, che, protraendosi a lungo, ricordo, come Bruno volesse abbandonare il teatro. All'uscita tutti volevano vederlo; lo guardavano con ammirazione.
     Il mattino seguente ci recammo a Massaua. Lungo l'autostrada, che porta al bassopiano, volle fermarsi in una trattoria che ricordava gestita da un romagnolo. Facemmo uno spuntino, parlò all'oste e poi giù, verso Massaua.
     Il caldo si faceva sentire molto, ma Bruno pareva non l'avvertisse; si recò dapprima verso il nuovo aeroporto, poi al porto, poi alla centrale elettrica e così per tutto il giorno, in giro. La sera dopo pranzo andammo ad un cinema all'aperto. Anche qui, ove nessuno conosceva la sua presenza, fu subito riconosciuto e si notava come la notizia si propagasse fra gli spettatori. Un'altra dimostrazione di simpatia esplose poco dopo. Bruno rispose salutando romanamente. La sera stessa tornammo in Asmara.
     Il giorno seguente lo dedicò alla visita dei campi di aviazione di Gura e Agordat ove poté osservare come erano organizzati. Ho avuto l'impressione che fosse rimasto soddisfatto.
     Il mattino all'alba del 24 marzo eravamo pronti per partire. Il volo questa volta era piuttosto scabroso.