Arrivammo a Siviglia nel pomeriggio dopo circa 9 ore e mezzo di volo. Il giorno dopo partimmo per Roma. Così in un giorno e mezzo percorremmo 5200 chilometri.
Anche questo volo rese contento Bruno. Ormai era padrone della sua professione. Poteva discuterne con chiunque; e questo lo rendeva oltremodo felice.
La linea Roma-Rio de Janeiro già funzionava regolarmente dal 23 dicembre del 1939.
L'incidente capitato al pilota Rapp rattristò moltissimo Bruno. È stato un incidente originato dalle circostanze. Il pilota voleva a qualunque costo, con qualunque tempo, portare a termine il volo inaugurale, della linea da Rio a Roma, alla vigilia di Natale. Bruno però non si perdette d'animo, considerò la sciagura, radunò i piloti, fece loro comprendere che bisognava guardare avanti.
Infatti i voli seguenti si susseguirono con regolarità ammirevole.
Dopo otto mesi di mia permanenza tra l'Isola del Sale e Recife, dopo aver fatto le prime dieci trasvolate atlantiche e organizzato, secondo le sue direttive, la base dell'Isola del Sale, Bruno mi richiamò a Roma.
Oramai la Società aveva assorbito molta attività commerciale e bisognava provvedere alla scelta di nuovi piloti, alla preparazione di nuovi apparecchi. Gli avvenimenti politici in Europa facevano prevedere prossima la partecipazione dell'Italia alla guerra, perciò Bruno si preoccupava molto del materiale dislocato lungo le basi, del personale e, soprattutto, della valuta. Non avevo mai sentito parlare, con tanta competenza, della questione valutaria, da Bruno, come in quel periodo.
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