A sera tardi però un radiogramma lo invitava a far ritorno a Roma con una certa urgenza.
Era ospite quel giorno all'Isola del Sale il figlio del Presidente Vargas con il quale Bruno si intrattenne lungamente a parlare. Il gradito ospite veniva da Berlino ove era studente e tornava in Brasile. Parlò molto bene della Germania e della vita che là si svolgeva. Ci disse dell'ottimo umore dei cittadini tedeschi; poi partecipò con noi ad una gita a pesca.
Bruno non fece capire a Vargas che era stato chiamato a Roma. Disse di aver rinviata la partenza per meglio rendersi conto di alcune questioni presso il Governatore delle Capo Verdi. Il mattino seguente, non appena l'apparecchio atlantico partì, montammo sul nostro apparecchio e partimmo per Roma, che raggiungemmo il giorno dopo.
Dopo alcuni giorni l'Italia era in guerra.
Bombardiere su Malta e la Grecia
Allo scoppio della guerra Bruno presentò varie proposte per l'utilizzazione degli apparecchi e dei piloti della L.A.T.I. Le proposte non vennero prese in considerazione in un primo tempo. In seguito però qualche cosa di molto utile si concretò in base alle sue proposte.
Ma ormai a Bruno non interessava che la sua Squadriglia.
Prese il comando della 260a Squadriglia da bombardamento con apparecchi Cant. Z 1007-bis, e destinato a Ghedi. La sua Squadriglia faceva parte del mio Gruppo, il 106°, denominato da noi «Gruppo Lumache».
Svolto l'addestramento necessario, presso l'aeroporto di Ghedi, il 16 agosto 1940 partimmo destinati al campo di Trapani per svolgere azioni belliche contro l'isola di Malta e contro il naviglio militare e commerciale del Mediterraneo centrale. Il 28 ottobre del 1940 lasciammo l'aeroporto di Milo per trasferirci in quello di Grottaglie, per azioni contro la Grecia. In tale aeroporto rimanemmo fino a campagna greca ultimata.
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