Un altro bel volo fu il bombardamento di Tatoi, il primo giorno di guerra con la Grecia. Partimmo prestissimo con 10 apparecchi e via verso Atene. Dopo due ore e mezzo di volo in territorio nemico, quasi di sorpresa, una bella scarica di bombe sull'aeroporto. Intanto aeroplani da caccia Si alzarono per rincorrerci e noi li vedevamo arrancare faticosamente mentre noi con una perfetta virata a destra, con tutta la formazione, prendemmo la via del ritorno, sorvolando il Pireo pieno di naviglio, di ogni tipo e tonnellaggio, con pennacchi di fumo bianco. Forse avvertivano con le loro sirene la nostra presenza.
Altro volo che ricordo bene, fu il bombardamento del ponte di Perati. Era un mattino presto. Le montagne piene di neve ed il tempo sereno, cristallino. Il sole poco alto sull'orizzonte ombreggiava fortemente quelle vallate tanto da renderle confondibili. La strada si perdeva di vista, i fiumi e ruscelli non si distinguevano più. Il ponte di Perati non si vedeva; non lo vidi. Facemmo un altro giro con lo stesso risultato negativo. Salgo dal punto di puntamento e dico a Bruno che non riuscivo a vedere l'obiettivo e avevo paura di sbagliare.
Le nostre truppe erano nei pressi perciò ero alquanto preoccupato. Allora Bruno mi fece vedere il laghetto di Janina e la strada.
— Andiamo a prendere e seguire la strada — mi disse; e così facemmo.
Seguendo la strada fu facile vedere il nostro obiettivo; il tiro venne preciso. Però 30 minuti almeno siamo rimasti sulla zona.
Gli inglesi giravano sempre in 30 o 40 apparecchi da caccia: fu un bel rischio! Bruno per nulla turbato, con la sua calma, mi coadiuvò, mi aiutò. A terra, al ritorno dovetti sinceramente dirgli che era stato proprio bravo a tenermi mano in quel modo, per non sciupare un'azione.
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