IV.
Ed ora è il figliuol suo che gli apre il sangue...
E geme e suda sangue il Carso,
e in Lui butta e straripa il verde Piave,
e dei suoi Martiri il torrente sparso,
col sangue violato che trasale:
ma è sangue di Fileni ora sepolto
vivo che avrà domani il suo raccolto,
quando daran le nuove insegne al vento
folgori d'oro ed aquile d'argento.
Ed Egli è aperto più della sorgiva.
Ed Egli d'ogni fuoco si ravviva.
V.
Mangiato ha il pane dell'esilio amaro.
Ora mangia in silenzio le sue lagrime.
Versato ha il sangue del suo grande cuore.
Ma chi riceve più del donatore?
E offre il sangue del figlio giovinetto.
Ma verrà il giorno; e non sarà più solo
nel campo sempre verde per il volo.
Intorno a Lui si stringeranno i morti,
i più fedeli i più presenti e vivi,
i soli degni di restargli accanto.
Con quella voce, tuonerà: «Soldati!...».
Essi lo invocheranno come un padre.
Come un'onda le libere marine batterà quel fatale canto.
Allora tutti lo vedranno piangere.
Sapranno con che cuore Egli fu il Padre.
CORRADO GOVONI
Il Quadrivio del 12 agosto, pubblicava questa lirica:
L'ALA SPEZZATA, ALLA MEMORIA DI BRUNO MUSSOLINI
Quella mattina il Popolo ti attese
nelle sue piazze: eran navigatori,
mercanti, soldati: alle sue Chiese
eran discesi dall'Aurora gli ori
più rilucenti; tutto ne rideva
per i ricami de' suoi bei trafori
di marmo, il Duomo, come lo vedeva
il Bruschetto. Sbocciato nella notte,
colle rugiade rosee, pareva
il Battistero un flore d'incorrotte
verginità. La Torre, un poco inchina,
quasi a sognar quell'urlo delle Motte...
|