Ma su tutti quei fior vincean le rose:
e fosti il Fiore tu, fiore più vivo,
che dentro il grembo si sentian le spose
spuntare come in un giardin solivo:
Fior di Romagna, Fior d'Italia, Bruno,
ancor fragrante del tuo Aprii giulivo!
Ben il tuo nome s'addicea: tu bruno
come le zolle, che hanno il taglio netto
del ferro: bruno come l'elce e il pruno:
bruno siccome l'aquila e il falchetto:
tu, che scegliesti le tue vie nei cieli,
perché avesti la terra in gran dispetto!
Addio! verrai per diradare i veli
di queste notti col fragor dell'ali,
Ariele, armato di fulminei teli:
Vieni e sui sonni e sulle veglie uguali
diffondi il rombo del tuo cuore in festa;
e gli azzurri dei mari ove risali:
Ci passerai così sopra la testa
come un'ondata di campane a dire
Pace e Vittoria a questa Italia, a questa
Prora del mondo, volta all'avvenire!
GIOVANNI CHIAPPARINI
Libro e Moschetto nel suo numero del 30 agosto, pubblicava col titolo:
BRUNO
Nel grano in mietitura caddero le tue ali
di cento e cento cieli vittoriosi:
mentre incalzante il tuo messaggio d'eroe
spronavi fulgidamente in Dio lo spirito anelante sicuro
Non il tuo cielo infinito d'azzurro marino d'acciaio.
mancò alla promessa, abbandonando il tuo ardito
peso navigante nel terso chiarore mattinale:
non il sole bruciante scortecciò le tue ali
librate fiatanti il tuo respiro: ma fu la terra,
invaghita della tua ascesa giovinezza!
E ti volle e t'attrasse, ebbra d'una calda passione imperiosa
avidamente gelosa che il magico tuo andare
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