Nella relazione è detto con perfetta onestà dell'andamento della sanguinosa e violenta lotta sostenuta e delle gravissime circostanze nelle quali è avvenuto lo sganciamento delle grandi unità dalla linea degli "Schott" e il loro arretramento. Le nostre perdite molto forti, in virtù soprattutto della superiorità nemica in fatto di mezzi corazzati, di artiglieria e in modo particolare, dell'aviazione, che ha nettamente e senza contrasto dominato. Posso però ripetervi che ancora una volta ufficiali e truppe si sono battuti con accanimento onorando con il loro sacrificio le bandiere della Patria. Vi porgo il mio deferente ossequio. - Generale Messe.»
Finalmente la Tunisia fu difesa in una terza dura battaglia, a proposito della quale in data 22 aprile 1943, così il Messe riferì:
«Duce, vi ringrazio molto per la lettera che avete voluto inviarmi e per l'alto elogio rivolto alla la Armata. Ho visto che, secondo il Vostro volere, la relazione sulla battaglia del Mareth è stata portata a conoscenza del popolo italiano con la pubblicazione su tutti i nostri giornali. Tutti i combattenti dell'Armata «vi sono grati per questa particolare forma di riconoscimento per l'opera da loro svolta in questa veramente durissima lotta in Tunisia. Personalmente sono lieto di avere ancora una volta meritata la Vostra fiducia e quella del Paese. Come sapete, la 1a Armata sta combattendo in questo momento la sua terza e più dura battaglia. L'8a Armata inglese ha iniziato il suo grande attacco la notte sul 20, scagliando contro le nostre posizioni le masse delle sue fanterie appoggiate da un imponente numero di artiglierie, ricche di munizioni e di molti carri. Oggi siamo al terzo giorno della battaglia ed il nemico per quanto enormemente superiore in uomini e mezzi è stato finora validamente contenuto ed ha realizzato pochissimi progressi a prezzo di sangue. Voi conoscete le condizioni della la Armata che si sta battendo da 36 giorni. So perfettamente che i poteri responsabili, sotto il Vostro impulso, fanno tutto quello che possono per aiutarci. Ma mi sono note anche le gravissime difficoltà dei trasporti, per cui praticamente ci arriva assai poco. Le truppe sono fisicamente molto stanche e gravemente diminuite di numero. Gli domini che combattono sono, nella quasi totalità, gli stessi che ripiegarono dalla Libia. Ma ogni mia energia ed ogni energia dei vari Comandanti sono dirette ad aiutare e sorreggere questi nostri bravi ed eroici soldati che stanno veramente facendo miracoli. Non c'è stato un solo punto in cui il nemico ha messo piede sulle nostre posizioni sul quale non si sia sferrato un nostro furioso e violento contrattacco. Per Vostra soddisfazione e per l'orgoglio del nostro paese, voglio dirVi che le prove di valore, di slancio e di tenacia date in questi giorni dalle nostre truppe superano quelle della battaglia del Mareth. Ed ancora una cosa voglio dirVi: le nostre truppe in questi giorni, nei confronti coi nostri alleati — sempre ottimi soldati — hanno dimostrato più generosità e più slancio. La situazione per il gravissimo logorio degli uomini, per l'insufficienza delle artiglierie e del munizionamento e per la quasi mancanza assoluta di carri armati, in confronto colla schiacciante superiorità materiale del nemico, si fa sempre più grave. La nostra aviazione — ma anche quella dell'alleato — in confronto di quella nemica veramente preponderante, e oltremodo attiva — si può dire non esista. Malgrado tutto Voi potete essere certo che la consegna di resistere fino all'estremo sarà fedelmente osservata. Vi mando la terza relazione che tratta del ripiegamento e dello schieramento sulla nuova linea di Enfidaville. Vi prego di accogliere il mio deferente e devoto ossequio. - Generale Messe.»
|