Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Le truppe italiane e germaniche, passate decisamente al contrattacco, hanno battuto in più punti le unità avversarie, obbligandole in un settore a ripiegare.
     Lo spirito combattivo dei reparti italiani e germanici è elevatissimo: il contegno della popolazione dell'isola è, come quello dei fieri soldati siciliani che appartengono in gran numero alle nostre unità, superiore ad ogni elogio.
     Per la magnifica difesa delle posizioni ad essa affidate, merita l'onore di speciale citazione la divisione costiera 206' comandata dal generale d'Havet.
     Prima della diramazione di questo bollettino ebbe luogo a Palazzo Venezia una discussione fra il Duce e il generale Ambrosio, presenti altri ufficiali. Mussolini voleva attenuarne il tono. Considerava quanto vi era detto troppo impegnativo. La faccenda di Augusta non sembrava chiara. Le comunicazioni telegrafiche di Guzzoni erano scarse, quelle telefoniche confuse e piuttosto generiche. Il generale Ambrosio insisté affermando che le comunicazioni di Guzzoni e del suo capo di S. M. Faldella giustificavano la forma e il contenuto del bollettino. È superfluo dire che il bollettino n. 1143 sollevò un'ondata di entusiasmo in tutta Italia. Ognuno lo considerò come un preannuncio di vittoria. La temperatura della Nazione si abbassò alquanto dopo la diramazione del successivo bollettino n. 1145, che diceva: Il nemico, che alimenta continuamente la sua offensiva con nuovi contingenti, è riuscito a superare la fascia litoranea da Licata ad Augusta, spingendosi verso la zona montana sud-orientale della Sicilia ed affacciandosi alla piana di Catania. Su tutto il fronte le truppe italiane e germaniche sono impegnate in duri combattimenti.