Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     5. - Dato che la direzione dell'attacco — logica — è lo Stretto, si è predisposta una qualsiasi difesa del medesimo?
     6. - Dato che la "penetrazione" è ormai avvenuta, ci sono mezzi e volontà per costituire almeno un "fronte" siciliano, al nord verso il Tirreno, così come fu in altre epoche contemplato e studiato?
     7. - Le due divisioni superstiti, "Assietta" e "Aosta", hanno ancora un compito verso ovest e sono in grado di assolverlo?
     8. - Si è fatto o si vuol fare qualche cosa per reprimere il caos militare, che si sta aggiungendo al caos civile determinato dai bombardamenti in tutta l'isola?
     9. - La irregolarità e la miseria dei collegamenti hanno dato luogo a notizie false che hanno determinalo una profonda depressione nel Paese.
     Concludendo, la situazione può ancora essere dominata purché ci siano, oltre ai mezzi, un piano, la volontà e la capacità di applicarlo.
     Il piano non può essere sinteticamente che questo:
     a) resistere a qualunque costo a terra;
     b) ostacolare i rifornimenti del nemico con l'impiego massiccio delle nostre forze di mare e del cielo.
     Intanto, mentre si preparava la linea del Tirreno — ad est di Termini Imerese per proteggere Messina e lo Stretto — cominciarono a circolare le prime voci di "tradimento". Il colonnello germanico Schmalz, comandante di brigata, mandava al Comando supremo germanico il seguente telegramma che il generale Rintelen la sera del 12 luglio consegnava in copia al Duce e che spiegava un poco il mistero di Augusta:
     Sino ad oggi nessun attacco nemico ha avuto luogo contro Augusta. Gli Inglesi non ci sono mai stati. Ciò nonostante il presidio italiano ha fatto saltare cannoni e munizioni e incendiato un grande deposito di carburanti. L'artiglieria contraerea in Augusta e Priolo ha gettato in mare tutte le munizioni e poi ha fatto saltare i cannoni.