Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Come riferì a qualche intimo, Mussolini trovò il re accigliato e nervoso. «Situazione tesa, — egli disse. — Non può più a lungo durare. La Sicilia oramai è andata. I Tedeschi ci giocheranno un colpo mancino. La disciplina delle truppe è scaduta. Gli avieri di Ciampino, durante l'attacco, sono fuggiti sino a Velletri. Chiamano ciò "diradamento". L'attacco dell'altro giorno io l'ho seguito da Villa Ada, sulla quale le ondate sono passate. Non credo che fossero come si è detto quattrocento gli apparecchi incursori. Erano la metà. Volavano in perfetta formazione. La storia della "città santa" è finita. Bisogna porre il dilemma ai Tedeschi...».
     Questo il sunto del colloquio. Fu l'ultimo. L'ultimo di una lunga serie. Dal novembre del 1922, Mussolini si recava regolarmente due volte alla settimana al Quirinale: il lunedì e il giovedì. Vi andava alle 10,30, in borghese con cappello duro. Lo accompagnava il sottosegretario alla Presidenza. Oltre a questi colloqui bisettimanali, molti altri avvenivano per ragioni diverse e, quasi tutti i giorni, durante le esercitazioni militari estive. Mussolini non fu mai ospite del re a San Rossore. Lo fu una volta a Villa Ada in Roma, per assistere, dopo il pranzo, alla proiezione del film del viaggio del re in Somalia. Fu una volta a Sant'Anna di Valdieri e una volta a Racconigi per un matrimonio. Infine un'altra volta per riferire sulle trattative che condussero alla Conciliazione.
     Il re fu ospite del Duce una sola volta alla Rocca delle Caminate dopo la conquista dell'Impero. I rapporti furono sempre cordiali, ma mai amichevoli. Ci fu tra i due sempre qualche cosa che non permise di arrivare a relazioni di vera confidenza. Durante le guerre, il re fu sempre un esitante e un rimorchiato. Meno per quella del 1940, quando non solo non sollevò obbiezioni di sorta, ma considerò la guerra contro Francia e Gran Bretagna come una decisione necessaria. Col progredire della guerra, questo atteggiamento cambiò.