Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     «Ecco una sua lettera in data 3 maggio 1940, numero di protocollo 5372. Oggetto: Organizzazione del Comando - Al Duce del Fascismo, Capo del Governo. "Con foglio numero 5318, in data 15 aprile u. s. ho avuto l'onore di richiamare l'attenzione vostra sulla assoluta necessità di addivenire a una organizzazione del Comando che stabilisce compiti e rispettive responsabilità delle diverse gerarchie militari. Nella riunione tenuta nel vostro ufficio, nello stesso giorno 15, voi, Duce, mi comunicaste verbalmente che, nella settimana, tale importantissima questione sarebbe stata risolta. Poiché sino ad oggi io non ho ricevuto al riguardo alcuna comunicazione, così mi permetto di comunicare a Voi, Duce, più diffusamente il mio preciso pensiero in materia".
     «Fra la soluzione data in Francia al problema e quella tedesca, il Badoglio propendeva per quest'ultima, che poi era stata applicata, durante la guerra 1915-1918, e cioè comandante in capo (puramente nominale) il re — capo di stato maggiore — comandante effettivo dell'Esercito. Il Badoglio nella sua lettera così proseguiva: "Dopo la guerra noi per primi riconoscemmo la necessità di una direzione unica delle Forze armate. Si è creato pertanto il capo di S. M. generale, ma le sue attribuzioni furono definite soltanto per il tempo di pace e non per il caso di guerra. Ora è indispensabile addivenire a questa organizzazione e definire subito, giacché la situazione attuale non ammette dilazione, le rispettive competenze e le conseguenti responsabilità".