Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


Pagina 59 di 192       

%


     «Il Paese fu diviso in neutralisti e interventisti e questa divisione continuò anche dopo Caporetto. Una guerra "sentita" quella che denunciò 535 mila disertori all'interno? Ci pare molto meno "sentita" dell'attuale. La verità è che nessuna guerra è "popolare" quando comincia, e si comprende agevolmente il perché; lo diventa se va bene, e se va male diventa impopolarissima. Anche la guerra per la conquista dell'Etiopia è diventata popolare dopo la vittoria di Mai Ceu. Non bisogna quindi soggiacere a queste oscillazioni psicologiche, anche se, come nella fase attuale della guerra, sono profonde. La massa del popolo è disciplinata, e questo è l'essenziale >.
     Mussolini così proseguì:
     «La guerra è sempre la guerra del Partito, della corrente che l'ha voluta; è sempre la guerra di un uomo, di colui che l'ha dichiarata: se oggi si dice che questa è la guerra di Mussolini, nel 1859 si poteva dire che quella era la guerra di Cavour. È questo il momento di stringere le file e di assumersi le responsabilità necessarie. Non ho alcuna difficoltà a cambiare uomini, a girare la vite, a chiamare in campo le forze non ancora impegnate, nel segno della Patria che oggi è violata nella sua integrità territoriale. Nel 1917 furono perdute alcune Provincie del Veneto, ma nessuno parlò di "resa". Allora si parlò di portare il Governo in Sicilia, oggi, qualora fosse inevitabile, lo si porterà nella valle del Po.
     «Ora l'ordine del giorno Grandi chiama sulla scena la Corona; non è tanto, il suo, un invito al Governo, quanto al re. Ora i casi sono due: il re può tenermi questo discorso: caro Mussolini, le cose non sono andate effettivamente bene in questo ultimo tempo, ma a una fase difficile della guerra può seguirne una migliore: avete cominciato, continuate. Il re può fare anche quest'altro discorso, ed è il più probabile: dunque, signori del Regime, ora che sentite di avere l'acqua alla gola vi ricordate che esiste uno Statuto; che in questo Statuto c'è un articolo 5; che, oltre allo Statuto, c'è un re; ebbene, io, accusato di avere violato per venti anni lo Statuto del Regno, esco alla ribalta, accolgo il vostro invito; ma, poiché vi ritengo responsabili della situazione, approfitto della vostra mossa per liquidarvi di un colpo.