Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Un'altra mattina, un agente dell'Ispettorato di Trieste che portava a spasso i sei cani-lupo trovò modo di avvicinarsi a Mussolini e gli disse:
     — Duce: io sono un fascista della Marca trevigiana. Sapete che cosa hanno fatto ieri a Roma? Hanno ucciso Muti. Sono stati i carabinieri. Bisogna prepararsi a vendicarlo. — E si allontanò.
     È in questo modo che Mussolini conobbe il feroce assassinio di Muti. La notizia gli fu poi confermata dal Gueli.
     Passarono alcuni giorni e poi le tende furono trasportate — ultima tappa del viaggio! — all'albergo Rifugio del Gran Sasso, a 2112 metri d'altezza: la più alta prigione del mondo, disse un giorno Mussolini ai suoi guardiani.
     Vi si arriva con una filovia, che supera un dislivello di mille metri con due arcate. Funivia e albergo, tutto costruito durante il ventennio fascista. Al Gran Sasso aveva termine il primo mese di prigionia: il tragico agosto del 1943.
     

Primo grido d'allarme della dinastia

     Prima di intraprendere la narrazione degli eventi che si svolsero dal 1° al 15 settembre, un esame del colpo di Stato si impone. Bisogna riconoscere che — lungamente, minuziosamente preparato — esso rivelò una tecnica che può dirsi perfetta. Se i generali italiani avessero operato con lo stesso spirito durante la guerra, questa sarebbe stata trionfalmente e rapidamente vinta.
     Appena catturato il Duce, alle ore 17,30, tutte le comunicazioni telefoniche furono bloccate, salvo quelle della Centrale Badoglio che già da qualche giorno facevano capo agli uffici del Maresciallo traditore. Questo fatto non passa inosservato. Già alle 19 si nota un aumento della eccitazione in città. Alle 22,30 esce alla radio il primo comunicato e immediatamente dopo gli altri. Come ad un segnale convenuto, scoppiano le prime dimostrazioni di popolo. La sorpresa accresce la vivacità delle dimostrazioni stesse. Chi compone la massa dimostrante? Interrogativo, forse, ozioso. Non volendo chiamarla "popolo" si chiamerà "folla". Sono migliaia di persone che acclamano al re e al Maresciallo. I fascisti sono più di ogni altro sorpresi. I circoli sono chiusi. Manca il tempo di presidiarli. Il carattere antifascista del movimento è chiaro immediatamente sin dal primo annuncio. I fascisti hanno l'aria attonita, «quasi di fronte a una rivelazione improvvisa. Si assiste a un voltafaccia completo. Un popolo cambia in mezz'ora tutto il corso dei suoi pensieri, dei suoi sentimenti, della sua storia.