Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Fu il mese della "libertà". Una libertà col coprifuoco e lo stato d'assedio; una libertà che consisteva soltanto nella diffamazione di tutto quanto era stato Fascismo. Nessuno fu risparmiato. Non vi fu gerarca che non non avesse almeno nascosto un lingotto d'oro e viveri di frodo nelle cantine. Gli Inglesi salutarono la, caduta di Mussolini come la più grande vittoria politica conseguita durante tutta la guerra, ed effettuarono nel mese di agosto bombardamenti di una violenza eccezionale, allo scopo di "ammorbidire" la resistenza morale del popolo e renderlo maturo per la resa, di cui già si parlava. Il disordine materiale e morale aveva raggiunto oramai proporzioni tali da sollevare qualche preoccupazione negli ambienti della dinastia.
     Fra le molte carte che i fuggiaschi dell'8 settembre non riuscirono a nascondere, come avevano progettato, nelle vicinanze delle frontiere svizzere, ve n'è una indicativa che ha questo titolo scritto autografo da Badoglio:
     «Pro-memoria che S. M. il re mi disse di avere compilato e che mi ha rimesso nell'udienza del 16 agosto 1943. - Badoglio».
     Ecco il testo integrale del pro-memoria:
     «— L'attuale Governo deve conservare e mantenere in ogni sua manifestazione il proprio carattere di "Governo militare" come enunciato nel programma del 25 luglio e come chiaramente risulta dalla sua stessa composizione: Maresciallo Badoglio, Capo del Governo. Funzionari esclusivamente tecnici tutti i ministri.
     «— Deve essere lasciato ad un secondo tempo e ad una successiva formazione di Governo, l'affrontare i problemi politici in un clima ben diverso e più tranquillo per i destini del Paese.