«— Bisogna mantenere fede all'impegno enunciato dal re nel suo proclama, controfirmato dal Maresciallo Badoglio: "Nessuna recriminazione sarà consentita".
«— L'eliminazione, presa come massima, di tutti gli ex-appartenenti al Partito fascista da ogni attività pubblica deve quindi recisamente cessare.
«— Tutti gli Italiani, dinanzi alla provata buona fede, devono avere lo stesso dovere e lo stesso diritto di servire la Patria e il re.
«— La sola revisione delle singole posizioni deve essere attentamente curata per allontanare e colpire gli indegni e i colpevoli.
«— A nessun partito deve essere consentito, né tollerato, l'organizzarsi palesemente e il manifestarsi con pubblicazioni e libelli, democrazia del lavoro, repubblicano, ecc. Sono in circolazione molti fogli la cui paternità è facilmente individuabile e che "le leggi vigenti severamente colpiscono".
«— Ogni tolleranza è debolezza, ogni debolezza mancanza verso il Paese.
«— Le Commissioni costituite in misura eccessiva presso i Ministeri sono state sfavorevolmente accolte dalla parte sana del Paese; tutti, all'interno ed all'esterno, possono essere indotti a credere che ogni ramo delle pubbliche amministrazioni sia oramai inquinato. Tutti possono attendersi che ad ogni mutamento di Governo le leggi e le istituzioni possano essere sconvolte.
«— Ove il sistema iniziato perdurasse, si arriverebbe all'assurdo di implicitamente giudicare e condannare l'opera stessa del re.
«— La massa onesta degli ex-appartenenti alle organizzazioni del Partito fascista, di colpo eliminata da ogni attività senza specifici demeriti, sarà facilmente indotta a trasferire nei partiti estremisti la propria tecnica organizzativa, venendo così ad aumentare le future difficoltà di ogni Governo d'ordine.
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