«I carabinieri di guardia avevano l'ordine di uccidere Mussolini qualora vi fosse un qualsiasi tentativo di liberarlo, ma essi non fecero il loro dovere a causa delle preponderanti forze tedesche discese su di loro dall'aria, le quali li avrebbero tenuti responsabili della salute e della incolumità del prigioniero. E tanto basta!»
Queste sono le parole trasmesse dalla Reuter alle ore 19 del giorno 22 settembre 1943.
Che, come dice Churchill, il Maresciallo Badoglio avesse "accuratamente" studiato le misure prese per assicurare la prigionia di Mussolini e la sua successiva consegna al nemico, è documentato da questa lettera autografa dello stesso Maresciallo al capo della Polizia Senise: «Eccellenza,
«questa mattina ho comunicato al comandante generale dell'Arma dei RR. CC., S. E. Cerica quanto segue: È responsabile della custodia dell'ex-Capo del Governo Benito Mussolini l'ispettore generale di P. S. Saverio Polito.
«Egli solo risponde personalmente al Governo che il predetto Mussolini non evada o sia da chicchessia sottratto alla detenzione.
«Il generale Polito richiederà al Comando generale dell'Arma ed al capo della Polizia tutto il personale che gli occorre, specificando anche il nome di chi desidera.
«Ogni sua richiesta sarà accolta. L'ispettore Polito mi terrà con frequenza informato.
«Badoglio»
Roma, 16 agosto 1943.
Decisa la consegna del Duce agli Inglesi e precisati i termini della medesima, bisognava creare lo scandalo attorno a Mussolini, coprirlo di ridicolo, infamarlo, in modo che il popolo già immemore avesse trovato la consegna di lui al nemico come la consegna di un uomo oramai non solo politicamente, ma fisicamente e moralmente finito.
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