Tra i sintomi più sospetti vi fu la richiesta avanzata al Comando supremo tedesco di autorizzare il ritiro di molte delle grandi unità italiane che erano dislocate fuori dei confini della Patria. Si abbandonavano territori conquistati col sangue, ma si volevano le divisioni a portata di mano per prendere alle spalle l'alleato, una volta rovesciato il fronte. Tale telegramma a firma Guariglia reca la data del 10 agosto e suona — di un suono falso — nel termini seguenti:
«Alla R. Ambasciata - Berlino.
«Vogliate prendere immediato contatto con Auswartiges Amt e fare ad esso presente quanto segue:
«Come è stato detto nella riunione di Tarvisio del 6 corrente, il Comando supremo italiano ha preso la decisione di richiamare in Patria tutta la quarta armata dislocata nel territorio della Francia metropolitana e un corpo d'armata su tre divisioni tra quelle attualmente dislocate nel territorio sloveno-croato.
«Le ragioni che hanno motivato la decisione attuale sono varie e sono già state esposte a Tarvisio.
«In primo luogo il Comando supremo sente la necessità di rafforzare la difesa del territorio metropolitano. Sembra oltre a ciò opportuno che nostre unità integrino lo schieramento delle divisioni germaniche in Italia, il cui compito appare limitato alla difesa di alcune zone, mentre è ovvio da parte nostra si debba provvedere ad una difesa dell'intero territorio nazionale. Motivi di carattere politico e morale esigono che la Nazione senta, come ebbi io stesso a dichiarare esplicitamente al signor Von Ribbentropp, che la difesa del suo territorio non è soltanto affidata a truppe alleate, ma anche e soprattutto ai soldati italiani.
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