«Che cosa animò i nobili romani (le cui idee e il cui modo di pensare vivono ancora e respirano fra noi attraverso i loro monumenti), che cosa li animò a tante fatiche e sacrifici, a tante sofferenze durate per la Patria? Essi stessi ce lo dicono chiaramente. La speranza sicura nella eternità della loro Roma, la certezza che in questa eternità essi stessi vivrebbero eterni attraverso i tempi. E questa speranza, in quanto era fondata e aveva la forma in cui essi avrebbero dovuto concepirla se avessero preso conoscenza di sé, non li ha delusi. Ciò che era veramente eterno, nella loro eterna Roma, vive anche oggi, (ed essi così continuano a vivere fra noi) e vivrà fino alla consumazione dei secoli».
È necessario — quale conseguenza della tremenda espiazione di oggi — che il sentimento dei Romani diventi il dato della coscienza degli Italiani e cioè che l'Italia non può morire. Gli Italiani devono rivolgersi le domande che Fichte stesso in una delle sue lezioni poneva al mondo tedesco: «Bisogna mettersi d'accordo — egli diceva — intorno alle seguenti domande: 1°) se sia vero o no che esiste una Nazione tedesca e se la possibilità per essa di perdurare nella sua essenza propria e indipendente sia minacciata; 2°) se meriti o no di essere conservata; 3°) se ci sia un mezzo sicuro ed efficace per conservarla e quale esso sia».
La Prussia rispose a queste domande con le divisioni di Blücher a Waterloo. Per quanto riguarda l'Italia, si può rispondere che una Nazione italiana esiste ed esisterà, che merita di essere conservata e che per questo è necessario che dei due fattori che oggi pesano sulla coscienza: la disfatta e il disprezzo, sia annullato il più grave, l'ultimo, nell'unico mezzo possibile e insostituibile: tornando a combattere coll'alleato o, meglio detto, cogli alleati. Issando ancora e sempre la vecchia bandiera della Rivoluzione fascista, che è la bandiera per la quale e contro la quale il mondo si è schierato in due campi opposti. La guerra iniziatasi per non avere ottenuto un "corridoio" tedesco nel "corridoio" polacco è già finita; quella che si fa oggi è una vera e propria guerra di religione che sta trasformando Stati, popoli, continenti.
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