Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Sfogliamo il fascicolo che contiene documenti non destinati alla pubblicità e quindi, si suppone, senza secondi fini.
     Dopo la Marcia su Roma e precisamente nel marzo del 1923 viene chiamato a Roma per riprendere l'attività politica e in tale occasione così scrive al Duce:
     «Ti ringrazio per le tue parole che mi hanno ridato a un tratto tutta la mia vecchia forza di lottare e di lavorare. Rimprovero a me stesso questo tempo perduto a consumarmi in silenzio sterilmente. Nessuno più di me conosce e sa i miei difetti. Essi sono grandissimi e infiniti. Ma tu che sei il mio Capo mi vedrai alla prova. Vedrai di quale devozione e di quale lealtà sarà esempio il tuo Dino Grandi».
     Nel maggio del 1925, Mussolini chiamò Dino Grandi a coprire la carica di Sottosegretario al Ministero degli Esteri. Il Grandi aveva molto desiderato questa nomina e non lo nasconde. In questi termini egli ringrazia il Duce: «Senza perplessità e goffe modestie ti dico che la inaspettata nomina mi ha molto lusingato, anche perché l'avermi tu prescelto ad una funzione tanto importante mi permetterà di esserti più vicino. Questa è la massima ambizione e il maggior premio che io possa desiderare. Tu sai d'altra parte quanto illimitata e incondizionata sia la mia fedeltà e come mio unico desiderio sia quello di ubbidirti. Fai perciò di me quello che riterrai più opportuno e più rispondente alle esigenze del momento che tu soltanto sai e puoi valutare».
     In data 14 dicembre 1927 indirizzò un'altra lettera al Duce nella quale sono contenute le seguenti parole: