Benito Mussolini
Storia di un anno. Il tempo del bastone e della carota


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     Di quando in quando, l'ambasciatore a Londra scende a riprendere contatto con la vita della Nazione e del Regime. Nessuna riserva o critica nelle manifestazioni destinate alla pubblicità, nessuna riserva nelle manifestazioni epistolari riservate, ma apologia osannante di tutto.
     Nel febbraio del 1939, visitando una caserma della Milizia così scrive: «L'impressione che vi ho riportata è profonda. Guidonia è il più maschio generatore di potenza per la nostra guerra di domani, e, tra le tue creazioni, quella che dà forse con più plastica evidenza il senso del Genio e della Potenza».
     È l'anno in cui nell'Esercito italiano si introduce, cominciando dalla Milizia, il "passo romano" di parata, sul quale tante oziose discussioni si fecero allora. Sta di fatto che l'unico esercito al mondo che sfilasse senza uno "stile" di marcia, era l'Esercito italiano. Che il passo di parata sia il coronamento indispensabile dell'istruzione in ordine chiuso è di tutta evidenza e che tale passo sia di una importanza educativa grandissima è indiscutibile. È noto l'episodio di Waterloo. A un certo momento della battaglia, sorpresi da un violento fuoco a massa dell'artiglieria francese, alcuni reparti prussiani ebbero un momento di incertezza. Blücher li fece ritornare in linea al "passo dell'oca" e ripresero intrepidamente il combattimento.
     Quando in una delle sue periodiche visite a Roma, l'ambasciatore Grandi ha l'occasione di assistere alle prime sfilate del "passo romano", egli ne resta semplicemente elettrizzato. Lo spettatore si lascia trasportare dall'entusiasmo e interpreta dal punto di vista fonico e da quello morale l'importanza del "passo" con questo brano di una lettera apologetica indirizzata a Mussolini: