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«La terra tremava sotto la picchiata o meglio la martellata dei piedi dei legionari. Ho osservato da vicino queste Camicie Nere: quando essi marciano al passo romano, i loro occhi sfavillano, la bocca si fa dura e lineare e la faccia acquista un senso nuovo che, non è soltanto il senso marziale, ma è piuttosto il senso di superbia soddisfatta di un martellatore che spacca, che schiaccia la testa del suo nemico. Infatti, è dopo i primi 10-12 passi che la picchiata diventa di una potenza uniformemente crescente e questo perché la eco della martellata nell'orecchio stesso del martellatore vi raddoppia la forza. Nella necessaria rivoluzione del costume, che tu stai facendo, il passo romano, è e sarà sempre più il più potente strumento di pedagogia fascista. Per questo mi domando se nel passo di parata la musica non vi sia di troppo. Mentre il tamburo "sigilla", la musica della banda (non darmi del presuntuoso per queste impressioni) crea delle diversioni spirituali a tutto scapito di quello che deve essere ingigantito dal silenzio e dal tamburo, la eco e la vibrazione di questa ritmica potente collettiva martellata di bronzo». |